18 SETTEMBRE 2011: LE NOSTRE VINCITRICI PREMIATE

Alla quarta edizione del concorso fotoletterario promosso dalla Fondazione Opera Immacolata Concezione, con tema “Cosa farò da grande? Storie di vita (ri)progettate”, due sono le premiate della sede di Vedelago: la Signora Emanuela Prior, Ospite della Residenza e la Signora Maria Roncato, Ospite frequentante il Centro Diurno. Le due vincitrici sono state accompagnate alla cerimonia di premiazione dalle loro famiglie, da alcuni Ospiti, dal Direttore di Sede, dalle Referenti degli Operatori e da un’Operatrice particolarmente legata alla Signora Emanuela e citata nello scritto premiato.

Di seguito le Opere vincitrici della sede di Vedelago:

Emanuela Prior (anni 88)

Il venerdì Santo del 2006 feci un ictus.

Quello che sto per scrivere è frutto del racconto dei miei familiari e dei miei confusi ricordi.

RICORDI…sono all’Ospedale e alle domande dei Dottori che mi chiedono che cos’ho rispondo che devo morire, il mio cervello è come un labirinto…poi mi trovo in un reparto protetto* e vedo la gente che arriva e va via con una carta*; così con una carta qualunque ci provo e ci riprovo anch’io inutilmente…comincio a capire che c’è qualcosa lì fuori…ho voglia di uscire. Una notte mi sveglio e piangendo parlo col Signore..”oh Dio, mi hai preso tutto! Almeno sapessi ancora pregare!”…

Consapevolezza..è in quel momento che comincio a capire quello che avevo perso e quello che dovevo e volevo recuperare.

PREGHIERA…primo gradino per allenare la memoria e ritornare me stessa.

RIPARTO…con coraggio, pazienza e tanta fede. Mi sono esercitata con i cruciverba; con l’aiuto di una Operatrice ho imparato di nuovo a preparare la tavola; mia figlia mi ha insegnato a scrivere a macchina e ora con l’aiuto di tante persone sono alle prese con il computer.

Piano piano mi sono ripresa la mia vita .

Non bisogna mai dire basta, si deve essere tenaci.

Pensieri di oggi…se potessi togliere un 8 dai miei 88 anni ed averne 8 vorrei studiare molto, dalla pediatria alla geriatria. Per raggiungere il mio ideale saluterei i miei amati genitori e partirei per paesi dove le persone non sanno che c’è un Dio da amare e rispettare. Andrei dai giovani e dai loro genitori e farei loro catechismo con pazienza, umiltà e bontà.

In nome di Dio farei la missionaria nei paesi poveri, mi immedesimerei con la gente del posto, mi adatterei alla loro realtà e se avessi la facoltà di battezzare oltre al corpo salverei anche la loro anima.

*il nucleo ad accesso controllato della Residenza “Mons.L.Crico” di Vedelago

*badge che consente l’apertura della porta d’ingresso

Maria Roncato (anni 83)

Prima di entrare qui nella residenza per anziani di Vedelago mi occupavo della casa… si partiva dal primo piano si passavano le stanze da letto poi ci si occupava del giardino e avevo anche due gallinette che facevano l’ovetto.

Alla sera saltavano perché mi vedevano arrivare, portavo loro da mangiare “E ME E godeva che no so”. ho pianto quando è stato il momento di ucciderle..no go voesto vedare niente! Sono una donna di polso si ma anche dal cuore tenero…pensavo di tenermele!

Insomma trascorrevo le giornate piene tra lavori de qua e de là…iero proprio stufa a fine!

Poi il giorno di Pasquetta 2009 mia nipote mi ha chiamato per telefono per andare a messa alle 10 e le ho detto “no” secco…”eh scusa dai ero andata il giorno prima a messa bastava no?” “Ho fatto per andare in camera e ho posato il braccio destro sulla porta e poi sono caduta…ho tentato di arrivare al telefono e chiamare Maria Rosa. Subito sono corsi da me Matteo mio fratello e la figlia…sentivo che ero “rotta veramente” e pensavo “mi ha castigato il Signore!!!”

Desso posso dire che se è stato lui me lo ha dato grando…il castigo però in compenso ho trovato un posto che mi piace, persone gentili che mi hanno accolto…sono venuta al Centro Diurno.

Ho fatto 15 giorni di Ospedale e mi hanno fasciato. Con i giorni a venire è arrivata la proposta da Maria Rosa di venire tutti i giorni a frequentare il Centro Diurno di Vedelago… All’inizio ero un po’ sospettosa. E poi una mattina ho incontrato tra i corridoi un signore di Albaredo il mio paese di residenza…era talmente “grando e tristo” che go ciapà un bel tremo e go pensà “varda dove che i me gà portà…finirò anch’io così trista…e go fatto anca do lacrime..Invece un poco alla volta ho iniziato ad abituarmi a venire al mattino a ciaccolare e contarse con le signore del Centro Diurno e alla sera a casa con la mia Perla!!!!che è la mia splendida cagnetta. Ho chiesto anche al Direttore se un giorno posso portarla…ma mi ha risposto “vedremo con il tempo magari..”

Qui al Centro sto bene e sono diventata responsabile del Progetto “Orto lampo” nato da una mia idea…parlando e chiacchierando. Le idee si sono fatte realtà e ora qui abbiamo un piccolo orto fatto sui vasi dove si semina un po’ di tutto: insalata, ravanelli, prezzemolo…addirittura i pomodori per la conserva.

Ho anche tramandato a tutte le signore e le giovani che passano da noi una buonissima ricetta con i pomodori cotti:

si lavano i pomodori, si scava una piccola”busetta in dialetto” in mezzo, si rompe un uovo dentro, olio, sale e pepe, si scalda in forno o in padella….sono buonissimi e sanissimi!